Tempo di Pasqua – Liturgia

 I cinquanta giorni che si succedono dalla domenica di Resurrezione alla solennità di Pentecoste si celebrano nell’esultanza e nella gioia come un solo giorno di festa, anzi come “la grande domenica”.  Le domeniche di questo tempo vengono considerate come domeniche di Pasqua e, dopo la domenica della Resurrezione, si chiamano domeniche “II, III, IV, V, VI, VII di Pasqua”.
Questo sacro tempo di cinquanta giorni termina con la domenica di Pentecoste, la celebrazione della quale quindi chiude il Tempo di Pasqua.

Carattere liturgico

I quaranta giorni fino all’Ascensione sono vissuti nella gioia esuberante della presenza del Cristo risorto.
I dieci giorni successivi, fino a Pentecoste, sono vissuti nella gioiosa attesa del dono nuziale della Spirito Santo.
Il colore liturgico è il bianco.
Il giorno di Pentecoste il colore liturgico è il rosso.

Struttura del Tempo di Pasqua

La settimana “in Albis” (ottava di Pasqua)

• La Liturgia della Parola in tutti i giorni dell’ottava pasquale presenta una struttura tipicamente festiva, con lettura, epistola e vangelo. Le pericopi sono ovviamente focalizzate sul mistero della Resurrezione.
• Accanto alle Messe nel giorno, a cominciare da Pasqua e fino alla Domenica “in Albis depositis” sono proposte particolari Messe per i battezzati. E’ una opportunità pastorale e catechetica per itinerari di iniziazione cristiana, eventualmente utilizzabile anche al di fuori di questa settimana. I testi di queste Messe sono in stretta consonanza con i temi delle omelie di Ambrogio.
• L’ottava si conclude con la Domenica “in Albis depositis”, che è incentrata sul Vangelo della manifestazione del Risorto “otto giorni dopo”.

Il tempo pasquale fino all’Ascensione

• Le Liturgie della Parola nelle due Domeniche pasquali immediatamente successive alla Domenica in Albis presentano alla contemplazione dei credenti i lineamenti del Risorto (Agnello di Dio, Buon Pastore, Luce del mondo, Via Verità e Vita, Mediatore tra Dio e gli uomini); nelle successive due Domeniche si riascoltano le raccomandazioni comunicate dallo stesso Signore ai discepoli prima della sua “andata al Padre” ed è riproposto il suo annuncio del dono del Consolatore.
• Il Vangelo delle Ferie e dei Sabati è a ciclo unico e consiste nella lettura progressiva del Vangelo secondo Giovanni, in cui il tema pasquale dell’Agnello è premessa al dono dello Spirito.
• Nelle Ferie si sviluppa poi la lettura progressiva degli Atti degli Apostoli secondo due distinte serie di letture, ciascuno con uno sviluppo in sé compiuto, per i due cicli feriali.
• Nei Sabati, attraverso la prima lettera ai Corinzi, viene inoltre offerta: nel primo anno una catechesi sulla Resurrezione di Cristo, nel secondo una presentazione della Chiesa come corpo di Cristo.

L’Ascensione e il tempo pasquale dopo l’Ascensione

• L’Ascensione è celebrata il quarantesimo giorno dopo la Pasqua. E’ previsto un apposito formulario per la celebrazione solenne vigiliare. Il Calendario Ambrosiano consente che, nei luoghi dove l’Ascensione non è festa civile, se ne possano riproporre, a discrezione dei pastori, eucologia e letture in una o più celebrazioni della Domenica dopo l’Ascensione.
• Le Ferie dopo l’Ascensione chiamano la Chiesa a rivivere l’esperienza degli Apostoli che, privati della tangibile presenza del Signore fra loro, attesero in preghiera l’effusione dello Spirito consolatore. Questa tensione spirituale, fortemente cristocentrica, è segnalata dall’accostamento delle pericopi evangeliche tratte dai capitoli 14-16 di S. Giovanni (i discorsi del congedo di Gesù dai Discepoli) con le sezioni del Cantico dei Cantici in cui la Sposa parla del suo Sposo assente e ne lamenta la lontananza.

La Domenica di Pentecoste

• Questa solennità rappresenta il suggello dell’intero tempo pasquale. L’effusione dello Spirito è il dono elargito da Dio ai Credenti dopo la glorificazione del suo Unigenito e dà compimento al mistero di salvezza realizzato nella Pasqua.
• Come nelle maggiori solennità dell’anno liturgico, la celebrazione di questo giorno si apre con una grande liturgia vigiliare, le cui letture veterotestamentarie presentano l’effusione dello Spirito come nuova teofania e dono agli uomini di una nuova vita fonte di comunione e di amore.

Particolarità liturgiche ambrosiane

•Ogni giorno dell’ottava di Pasqua, detta anche settimana “in Albis”, fino al sabato “in Albis depositis” compreso, è celebrato come solennità del Signore.
• Al Giovedì “in Albis” vi è la commemorazione del transito e della sepoltura di S. Ambrogio. In alternativa alla prevista pericope dagli Atti degli Apostoli e relativo Salmo, si può leggere il testo della Depositio, tratto dalla biografia di Paolino con il Salmo 114 molto adatto a questo mesto ricordo.
• Durante l’ottava di Pasqua nelle Chiese in cui si celebrano più Messe, è bene usare, almeno una volta al giorno, il formulario “per i battezzati” o “in memoria del battesimo”.
• In conformità alla tradizione che la Chiesa ambrosiana condivide con altre Chiese, il giovedì della IV settimana di Pasqua è segnalato con la dicitura “A metà della festa”, cui corrisponde una specifica pericope evangelica (Gv 7, 14-24) che inizia con: “In quel tempo. Quando ormai si era a metà della festa, il Signore Gesù salì al tempio e si mise ad insegnare.”
• Come già detto, l’Ascensione si celebra nel suo giorno proprio (il quarantesimo dopo Pasqua). Per ragioni pastorali, quando lo si ritenga opportuno, i testi del Lezionario e del Messale possono essere riproposti anche in una o più celebrazioni della domenica successiva. Questa possibilità però non deve diventare un alibi per non curare la partecipazione della comunità alla festa del giovedì.
• Per la grande Vigilia di Pentecoste, analogamente a quanto previsto per quelle di Natale e dell’Epifania, dove è possibile, dovrebbe celebrarsi un’unica Messa nell’arco dell’intera giornata, corrispondente alla liturgia vesperale vigiliare. Per motivate necessità pastorali possono essere, in via eccezionale, celebrate Messe anche al mattino utilizzando il formulario eucologico del sabato della VII settimana di Pasqua con le letture della Messa vigiliare.

(Citazioni dal sito della Diocesi e dal Messale ambrosiano quotidiano.)

(http://www.cattoliciromani.com/59-liturgia-ambrosiana/34431-il-tempo-di-pasqua-nel-rito-ambrosiano)




Tempo di Quaresima – Liturgia

9 aprile 2017 – Domenica delle Palme
Il Salmo 87, che la liturgia propone nella V domenica di Quaresima, ci può aiutare come preghiera di Quaresima. Riportiamo nel seguito la versione integrale.

Salmo 87 (88)

Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio al mio lamento.

Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.

E’ tra i morti il mio giaciglio,
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo
e che la tua mano ha abbandonato.

Mi hai gettato nella fossa profonda,
nelle tenebre e nell’ombra di morte.
Pesa su di me il tuo sdegno
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.

Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo;
si consumano i miei occhi nel patire.

Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?

Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell’oblio?

Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?

Sono infelice e morente dall’infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.

 

 

 

Uno splendido Salmo, il 102, un inno alla misericordia di Dio, che la liturgia propone nella I domenica di Quaresima, il giorno delle Ceneri, ci può aiutare come preghiera di Quaresima.

Riportiamo nel seguito la versione integrale.

 

SALMO  102 (103)
Un inno alla misericordia di Dio
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia,

sazia di beni la tua vecchiaia,
si rinnova come aquila la tua giovinezza.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.

Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,

perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni!
Come un fiore di campo, così egli fiorisce.

Se un vento lo investe, non è più,
né più lo riconosce la sua dimora.

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,

per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.

Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi,
attenti alla voce della sua parola.

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.

Benedici il Signore, anima mia.

 




Venerdì di Quaresima nel Rito Ambrosiano

GIORNO ALITURGICO I venerdì di quaresima, in analogia al Venerdì Santo, nel Rito Ambrosiano si sono conservati aliturgici, cioè privi della Celebrazione Eucaristica. Il rito della Chiesa di Milano vuole accentuare questo clima con una caratteristica del tutto particolare: i cosiddetti “venerdì aliturgici”, nei quali non si celebra la Messa né si distribuisce la Comunione Eucaristica.

Ricercare l’origine storica di questa tradizione non è facile.
• Per alcuni studiosi, in questo la liturgia ambrosiana si avvicinerebbe alle chiese orientali, nelle quali in Quaresima tutti i giorni della settimana, eccetto il sabato e la domenica sono aliturgici.
• Secondo altri, e tra questi il più eminente è il Beato card. Schuster, l’origine sarebbe molto antica e risalirebbe ai tempi in cui la liturgia eucaristica, sempre in Quaresima, era celebrata al calar del sole: poiché di venerdì la preghiera vespertina si prolungava con una veglia composta di salmi, letture ed orazioni che, di fatto, terminavano con una celebrazione eucaristica quando ormai spuntava l’aurora del sabato, il venerdì restava privo della celebrazione della Messa.
L’ arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, con parole che ancora oggi conservano la loro attualità e la loro carica spirituale: “La proibizione di celebrare la santa Messa e di distribuire la santa Comunione nei venerdì di Quaresima fa parte dell’estrema accentuazione del carattere penitenziale della Quaresima: si arriva alla coscienza dolorosa della propria indegnità ed all’esperienza, che sa di morte, della perdita del Dio vivo. La devozione di chi comprende il mistero del peccato e della croce deve arrivare a questa tremenda avvertenza, che rasenta il confine dello spavento e della dispersione”.
In questo giorno: viene raccomandata la celebrazione comunitaria della Liturgia delle Ore, ed in particolare la celebrazione solenne dei Vespri col popolo; può essere anche lodevolmente svolto il pio esercizio della Via Crucis.




Tempo dopo l’Epifania – Liturgia

Il Tempo che segue la celebrazione dell’Epifania, nel rito Ambrosiano, si pone come eco della solennità. Le domeniche, a partire dalla II dopo l’Epifania, attraverso la presentazione dei segni compiuti da Cristo, ne vengono manifestando la messianicità e la divina signoria. Esso inizia il lunedì che segue la domenica dopo il 6 gennaio, cioè la I domenica dopo l’Epifania, detta del Battesimo del Signore, e si protrae fino all’ora nona compresa del sabato che precede la domenica all’inizio della Quaresima.

Colore liturgico

Il colore liturgico è il verde.

Struttura del Tempo dopo l’Epifania

In ragione della mobilità della Pasqua, il tempo dopo l’Epifania consta al massimo di 8 domeniche e 9 settimane (la prima domenica dopo l’Epifania fa infatti ancora parte del tempo di Natale).

Le domeniche.
• Le due prime domeniche del tempo hanno un particolare legame con l’Epifania. Infatti sulla scia dell’inno epifanico della Chiesa milanese:
o nella II domenica dopo l’Epifania si ricorda il miracolo delle nozze di Cana.
o nella III domenica dopo l’Epifania (se non deve cedere il posto alla festa della Santa Famiglia, vedi il paragrafo sulle particolarità liturgiche) si fa memoria della moltiplicazione dei pani.

• Dalla IV domenica dopo l’Epifania vengono presentati i segni della messianicità di Cristo:
o la signoria di Cristo sulla creazione (IV domenica)
o la signoria di Cristo sulla vita (V domenica)
o la potenza taumaturgica di Cristo e la sua filantropia (VI domenica)
o il potere di Cristo di liberare dai demoni e di rimettere i peccati (VII domenica)

• Le due ultime domeniche dopo l’Epifania (dette rispettivamente “della divina clemenza” e “del perdono”), che immediatamente precedono il Tempo quaresimale sviluppano i due più rilevanti aspetti della Misericordia divina: la clemenza ed il perdono, a fronte del cammino di conversione dell’uomo.

I sabati.
A partire dal sabato che segue la domenica del Battesimo del Signore e per tutte le successive settimane fino alla Quaresima – poi si proseguirà nelle settimane che dalla Pentecoste si susseguono fino alla fine dell’anno liturgico -, sulla scia della proclamazione sabbatica della Legge che ha alimentato l’esperienza religiosa dei primi discepoli e li ha preparati a riconoscere in Gesù il Cristo di Dio, il Lezionario propone come Lettura le pagine del Pentateuco, commentate ricorrendo al magistero paolino e considerate nella prospettiva del Cristo annunciato dai Vangeli.

Le ferie.
Il Tempo dopo l’Epifania si caratterizza, nel suo ciclo feriale, quale manifestazione della Sapienza divina, cui dà voce anzitutto il libro del Siracide. Le pericopi che ne scandiscono la lettura progressiva, e le successive pericopi dal libro della Sapienza e dal Qoelet, sviluppano una illuminante riflessione sulla storia e sulla realtà dell’uomo.
Agli interpreti del pensiero religioso di Israele si affianca lungo tutte le settimane del tempo dopo l’Epifania il “lieto annuncio di Gesù Cristo” proclamato attraverso il vangelo secondo Marco.
Particolarità liturgiche ambrosiane
• Nell’ultima domenica di gennaio si celebra la festa della santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Tale festa prevale sulla corrispondente domenica dopo l’Epifania.
• Le due ultime domeniche dopo l’Epifania (“della divina clemenza” e “del perdono”), che precedono immediatamente il Tempo quaresimale, devono essere sempre celebrate, salvo il caso in cui la penultima venga a coincidere con l’ultima domenica di gennaio, festa della Santa Famiglia.

(Citazioni dal sito della Diocesi e dal Messale ambrosiano quotidiano.)




Avvento – Liturgia

In attesa della venuta di Nostro Signore Gesù Cristo preghiamo con l’Inno proposto nelle domeniche di Avvento. Che la luce portata dal Signore che nasce illumini i nostri cuori e il nostro cammino per avvicinarci con fede e gioia ai nostri fratelli bisognosi di aiuto. Seguiamo l’esempio di Gesù che si è avvicinato a noi, si è fatto uomo.

Tu che la notte trapunti di stelle e di luce celeste orni le menti,
Signore che tutti vuoi salvi, ascolta chi ti implora!

L’acerba sorte dell’uomo ha toccato il tuo cuore:
sul mondo sfinito rinasce il fiore della speranza.
Al vespro volge la storia del mondo;
tu, disposando l’umana natura nell’inviolato grembo di una vergine, sei venuto a salvarci.

Compassionevole, tu sei, Signore, ogni cosa a te piega il ginocchio:
il cielo e la terra adoranti confessano il tuo dominio.

E quando scenderà l’ultima sera, santo e supremo Giudice, verrai:
oh! Non lasciare in quell’ora al Maligno chi si è affidato a te!

A te cantiamo gloria, o Cristo, Re pietoso, con il Padre e lo Spirito nella distesa dei secoli. Amen.




Liturgia in Avvento

Il tempo di Avvento, dedicato alla preparazione del Natale, è lungo sei settimane anziché quattro come nel rito romano. Inizia la prima domenica dopo il giorno di San Martino (11 novembre) e prevede sempre 6 domeniche (quando il 24 dicembre cade di domenica, è prevista la celebrazione di una Domenica Prenatalizia). Gli ultimi giorni dell’Avvento sono le ferie dell’Accolto e costituiscono la novena di Natale.

Nel rito ambrosiano è previsto il colore morello (un colore simile al viola), tranne nell’ultima domenica (detta “dell’Incarnazione”) nella quale si usa il bianco.

domenica della venuta del Signore
domenica dei figli del regno
domenica delle profezie adempiute
domenica dell’ingresso del Messia
domenica del precursore
domenica dell’Incarnazione

 




Liturgia

Preghiamo insieme il Signore ed affidiamo a Lui la nostra vita con il Salmo 138.

Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.

Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte»;
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce