Lectio Divina
“Dedicare tempo al dialogo tra confratelli, alla progettazione e verifica pastorale, alla distensione comunitaria, alla lettura orante della Parola di Dio (la Lectio Divina in comune), sostenersi ed aiutarsi nelle difficoltà e nella malattia, non è sottrarre tempo alle urgenze della missione. Questi sono alcuni elementi che danno visibilità e profondità alla comunità e rendono fraterna la nostra vita.”
(Rettor Maggiore a conclusione della visita straordinaria)
Un monaco certosino del XII secolo, in un testo famoso, descrive così la Lectio Divina:
“ un giorno, occupato in un lavoro manuale, cominciai a pensare all’attività spirituale dell’uomo. Si presentarono improvvisamente alla mia riflessione quattro gradini spirituali, ossia la lettura, la meditazione, la preghiera e la contemplazione.
La lectio o lettura è lo studio attento delle scritture fatto con uno spirito tutto teso a comprenderle. La meditazione è un’operazione dell’intelligenza che si concentra con l’aiuto della ragione nell’investigare le verità nascoste. La preghiera è il volgere il proprio cuore a Dio per evitare il male e vivere bene. La contemplazione è per così dire un innalzamento dell’anima che gusta le gioie dell’eterna dolcezza”.
- LEGGERE il testo osservando i verbi, le parole che ricorrono più frequentemente. A volte, sottolineando con una matita, ci sia ccorge che il brano ruota attrorno ad alcune parole fondamentali.
- MEDITARE significa chiederci: “ cosa dice questo testo a me questa sera, in questo preciso momento della mia vita”. Provare a chiedermi: “ questo testo mi mette in crisi? Mi provoca alla conversione?”
- PREGARE. L’orazione sgorga dopo che il testo mi ha provocato. Per questo mi rivolgo al Signore chiedendo il suo aiuto per essere disponibile a cambiare, per essere aiutato a cambiare.
- CONTEMPLATIO o “PRATICATIO”. Un termine brutto, dice Mons. Mariano Magrassi, ma che rende bene l’idea. La contemplazione dell’amore di Dio per me mi spinge a far diventare vita ciò su cui ho meditato e pregato.
Discernimento è sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda dello Spirito Santo.
Allora divento davvero capace di fare quelle scelte che corrispondono al progetto di Dio. Scelte talora sofferte, faticose: scelta di perdonare chi ha fatto del male e dimenticare; scelta di dire parole buone quando si potrebbero dire improperi.
Scelte fatte non per ipocrisia, ma suggerite dallo Spirito che è venuto ad abitare in noi. Queste decisioni diventano agire evangelico.